Jumbo-Visma, Steven Kruijswijk: “Non vorrei un Tour senza pubblico. E servono almeno tre settimane di preparazione”
Steven Kruijswijk è già stanco del periodo di quarantena. Il corridore neerlandese sta trascorrendo il periodo con la propria famiglia nella casa di Monaco: nella zona vige il divieto assoluto di uscire dall’abitazione, se non per fare la spesa. Anche i ciclisti professionisti, al contrario di quanto sta accadendo in Italia, non hanno dunque la possibilità di allenarsi all’aperto. E per il terzo classificato nel Tour de France 2019 è un fatto inusuale, che non gli permette di allenarsi con la dovuta concentrazione e motivazione. A questo si aggiungono gli interrogativi sulla Grande Boucle di quest’anno: il classe ’87 puntava con decisione alla corsa francese, in un tridente composto da Tom Dumoulin e Primoz Roglic per puntare alla vittoria, ma il rischio di rinvio può ulteriormente sconvolgere i piani.
“Quanto a lungo può durare tutto questo?” si è domandato il corridore della Jumbo-Visma in un’intervista: “Non mi è mai piaciuto allenarmi a casa. Per me il ciclismo è davvero uno sport all’aperto. Sulla strada. Il ciclismo indoor è una soluzione di ripiego. Ma preferirei che il Tour non si corresse senza pubblico. È una soluzione che giustifica fare una corsa? Avremo qualcosa da mostrare in televisione, ma è realistico?. Ogni cosa deve essere sicura e non ci devono più essere rischi di salute. Solo a quel punto può essere possibile correre. Ma anche senza pubblico, c’è una carovana con più di 1000 persone tra corridori e staff. Rimane quindi molta gente“.
Kruijswijk ha poi parlato del problema di prepararsi a un evento tanto importante: “Molto è stato detto e scritto, specialmente perché si spera in massa che l’estate non sia defraudata del Tour. Ma se non sappiamo con almeno tre settimane di anticipo cosa succederà, come possiamo prepararci? Un Tour come questo richiede una preparazione di un anno. Ma forse dovremo continuare ad allenarci dentro a casa fino ad allora. Come pensano che potremo essere al giusto livello, poi?”.
Infine il corridore neerlandese ha rivelato la propria condizione in quarantena: “Non sono autorizzato ad allenarmi all’aperto in Francia e a Monaco, ora. E questo non rende le cose semplici. Quanto può tenere le cose così, chiusi dentro? Io posso per una settimana. Ma non sai neanche perché lo stai facendo. E se l’intera stagione fosse cancellata? C’è molta incertezza. La motivazione è difficile da trovare. Ora ho realizzato quanto sia difficile per mia moglie dare ai bambini abbastanza attenzione quando sono via. I bambini al momento non capiscono nemmeno perché non possono uscire. Questo non altera il fatto che ti puoi godere tutti quei momenti insieme, ma avrei preferito farlo in altre circostanze“.
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